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Specie aliene invasive: di cosa parliamo e cosa fare

Animali, vegetali, funghi e microrganismi.

Data: 7 Luglio 2023

ambiente gambero rosso

Alcune sono state introdotte per essere allevate o coltivate, altre sono state introdotte accidentalmente e oggi costituiscono un grave problema per la biodiversità: dopo la distruzione degli habitat, la presenza di specie estranee è considerata dagli ambienti scientifici la seconda causa di impatto di perdita di biodiversità.

Stiamo parlando delle cosiddette Ias (Invasive Alien Species) o Specie aliene invasive, che, a dispetto del nome, non provengono da altri mondi, ma dalla porta accanto, cioè da altri o dallo stesso continente.

Sono specie animali, vegetali, funghi e microrganismi che per mano dell’uomo hanno oltrepassato i confini del loro areale naturale e sono finite in posti dove non erano storicamente presenti, causando effetti diretti o indiretti sulle specie autoctone, sugli habitat e sugli ecosistemi di destinazione e, conseguentemente, sui servizi ecosistemici collegati, oltre che sull’economia e sulla salute umana.

Alcune di esse si sono trovate talmente bene nei nuovi ambienti tanto da stabilizzarsi e proliferare notevolmente, formando popolazioni stabili ed estese che arrivano anche a sostituire quelle di specie originarie dell’area e provocando impatti importanti riconducibili alla predazione, alla competizione, all’ibridazione, alla tossicità, ai danni infrastrutturali, ai danni economici ad agricoltura e turismo.

L’Unione Europea ha adottato provvedimenti normativi per affrontare il problema (Regolamento UE 1143/2014), individuando la lista delle specie aliene di rilevanza unionale da controllare, in continuo aggiornamento.

In Italia è stato adottato il decreto legislativo 230/2017, in Lombardia la legge regionale 10/2008 “Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea” già precedentemente trattava il problema delle specie esotiche invasive, attraverso le liste nere di specie alloctone oggetto di monitoraggio, contenimento o eradicazione.

Cosa fare?

L’articolo 6 del decreto legislativo 230/2017 proibisce alcune azioni, prevedendo i divieti di transito, detenzione, commercializzazione, allevamento, utilizzazione, rilascio, nel territorio nazionale delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, transnazionale o nazionale.

Tuttavia, è bene essere consapevoli che senza il contributo di tutti il problema non si potrà risolvere e quindi è bene partire dalla prevenzione.

Per questo, ecco un elenco di buone azioni:

  • non abbandonare in natura animali da compagnia (tartarughine, pappagallini, pesci da acquario) o selvatici a fini venatori
  • non diffondere specie vegetali in ambienti naturali, per motivi ornamentali/giardinaggio o di alimentazione di fauna selvatica
  • pulire bene attrezzi da pesca e imbarcazioni
  • non contribuire al commercio di specie alloctone invasive, controllando prima di acquistare/vendere le piante e gli animali
  • durante i viaggi informarsi bene prima di spostare frutta, piante o animali da un posto all’altro

Ultimo aggiornamento
06/07/2023, 09:15