Mercato del lavoro lecchese: miglioramento nel primo semestre 2021
Dati positivi rispetto allo stesso periodo del 2020, caratterizzato dalla pandemia da Covid-19.
Data: 15 Ottobre 2021
Mercoledì 20 novembre ore 19.30
Dati positivi rispetto allo stesso periodo del 2020, caratterizzato dalla pandemia da Covid-19.
Data: 15 Ottobre 2021
Con la pubblicazione del report 32 a cura dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, i centri per l’impiego della Provincia di Lecco si dotano di un nuovo e importante strumento per analizzare l’andamento del mercato del lavoro locale.
Si tratta infatti della prima edizione di una serie di rapporti semestrali dedicati all’analisi delle comunicazione obbligatorie di assunzione, cessazione, proroga e trasformazione di rapporti contrattuali che vengono effettuate dai datori di lavoro e pervengono ai centri per l’impiego provinciali.
Il rapporto contiene anche analisi mirate sull’andamento del mercato del lavoro femminile e giovanile, nonché focus sui principali settori economici dell’economia lecchese e sui tre ambiti territoriali che compongono la nostra provincia (Lecco, Merate e Bellano).
L’analisi ambisce a costruire serie storiche che consentano una lettura dei dati nel corso del tempo e supportino l’adozione di misure che rendano il mercato del lavoro lecchese sempre più efficiente, dinamico e inclusivo.
Dall’osservazione dei dati sulle comunicazioni obbligatorie effettuate nel 1° semestre 2021, emerge una situazione di netto miglioramento rispetto all’analogo periodo del 2020, caratterizzato dal periodo più drammatico della pandemia da Covid-19, con un saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro che passa da un dato fortemente negativo (-570 unità) a un valore decisamente positivo (+1.932 unità nei primi sei mesi di quest’anno). In sostanza, nella prima parte di quest’anno i flussi del mercato del lecchese sono tornati sui livelli pre Covid, quando il saldo si era attestato su valori analoghi (+1.905 unità nel 1° semestre 2019).
Il miglioramento del primo semestre del 2021 si pone in continuità con il dato positivo già registrato nel 2° semestre 2020, quando il saldo tra attivazioni e cessazioni era risalito a 1.438 unità inducendo a un cauto ottimismo in ottica futura.
I dati evidenziano una difficoltà a inserirsi stabilmente nel mercato del lavoro, acuita dai problemi affrontati dagli imprenditori nel periodo pandemico e dalle incognite sull’andamento dei mercati. Infatti, nell’ambito delle attivazioni di contratti a tempo determinato, le proroghe rappresentano una componente significativa (5.233 unità nel 1° semestre 2021, rispetto alle 3.988 proroghe registrate nell’analogo periodo del 2019), mentre nello stesso periodo le trasformazioni di contratti da tempo determinato a indeterminato sono crollate da 1.654 a 900 unità.
Da un lato, i contratti a tempo indeterminato rappresentano il 23% delle attivazioni registrate nel primo semestre del 2021 e non sono ancora tornati ai livelli pre Covid, visto che nei primi sei mesi del 2019 superavano di poco il 26% delle attivazioni. Dall’altro, i contratti a tempo determinato continuano a rappresentare la principale tipologia di assunzione (51% sul totale delle attivazioni) e i contratti di somministrazione attivati dalle agenzie per il lavoro hanno raggiunto il valore più alto in sede storica (3.661 attivazioni nei primi sei mesi del 2021, pari al 20,8% del totale).
In calo i contratti di apprendistato, che dovrebbero rappresentare la principale via di accesso dei giovani al mercato del lavoro, ma costituiscono meno del 4% delle attivazioni.
Il mercato del lavoro femminile fa segnare una discreta performance (il 42,3% sul totale delle attivazioni nei primi sei mesi del 2021), anche se a livelli ancora inferiori ai semestri precedenti (nel secondo semestre 2020 il valore aveva raggiunto il picco del 50,9%). Si tratta di una quota non trascurabile, considerando la vocazione manifatturiera dell’economia provinciale e la naturale propensione delle donne a trovare maggiormente impiego nei settori del commercio, turismo e servizi, ossia gli ambiti che sono stati particolarmente colpiti dalla pandemia.
Rispetto al mercato dei giovani under 30, che rappresenta il 41,5% delle attivazioni di contratti nel primo semestre 2021, emerge una leggera crescita rispetto ai livelli pre Covid.
Quasi la metà delle attivazioni di under 30 (3.562 su un totale di 7.309) riguarda la fascia d’età tra 20 e 24 anni, mentre la fascia tra i 15 e i 19 anni risulta più residuale (1.011 attivazioni). Anche in riferimento all’attivazione di tirocini extracurriculari, che nei primi sei mesi del 2021 sono inferiori rispetto rispetto al periodo pre Covid (540 unità rispetto alle 626 del primo semestre del 2019) , la fascia d’età tra 20 e 24 anni assorbe il 47% dei tirocini attivati.
In merito ai flussi settoriali, i dati delle comunicazioni obbligatorie confermano la centralità del settore manifatturiero nell’economia lecchese: circa 3 attivazioni su 10 sono riferite al comparto industriale e il saldo tra avviamenti e cessazioni nel 1° semestre 2021 fa segnare un saldo nettamente positivo, pari a + 1.331 unità.
Rispetto agli altri principali settori del sistema economico lecchese, mostrano ancora segnali di sofferenza il commercio e il turismo, anche se i saldi tra avviamenti e cessazioni nei primi sei mesi dell’anno sono positivi. Resta invece molto negativo il saldo della voce “altri servizi” (-1.047 unità), la cui forte riduzione è addebitabile ai settore dell’istruzione, dei servizi di magazzinaggio e pulizia.
Infine, il focus sui distretti territoriali mostra una buona performance dell’ambito di Lecco, ritornato ai livelli pre-pandemia (il saldo nel primo semestre 2021 è pari a +625, contro il + 472 dell’analogo periodo del 2019), mentre i dati di Merate e Bellano, sebbene caratterizzati da saldi positivi, non sono ancora tornati ai livelli pre Covid.
Ultimo aggiornamento
14/10/2021, 15:52