Consiglio provinciale

Mercoledì 20 novembre ore 19.30

5° REPORT OSSERVATORIO MERCATO DEL LAVORO E RAPPORTO ANNUALE CRISP

Data: 11 Marzo 2011

Situazione ancora difficile per il sistema occupazionale lecchese, alla luce dei dati relativi al 4° trimestre 2010, elaborati dall’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro.

“Nonostante alcuni segnali positivi che giungono dalle imprese manifatturiere soprattutto per i livelli di produzione e i flussi delle esportazioni – commenta l’Assessore allo Sviluppo e al Mercato del Lavoro Fabio Dadatiil quadro occupazionale rimane ancora critico, con numerosi indicatori che registrano segni negativi oppure situazioni di stabilità su livelli, però, decisamente al di sotto degli anni pre-crisi. E’ difficile quindi parlare di inizio di ripresa, anche se la curva della crisi dovrebbe ormai aver raggiunto il suo punto più basso. Nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno, il dato più positivo è rappresentato dalla forte riduzione delle ore di Cassa Integrazione Ordinaria, risultato quasi del tutto vanificato dal raddoppio delle ore autorizzate di Cassa Straordinaria e dal forte incremento della Cassa in Deroga“.

Il flusso di iscritti nelle liste di mobilità, anche se in leggero miglioramento rispetto all’ultimo trimestre del 2009, rimane ancora elevato. Nel 4° trimestre aumenta il numero degli avviamenti (+20% rispetto al corrispondente trimestre del 2009), ma pure il numero delle cessazioni dei rapporti di lavoro (+16% nello stesso trimestre del 2009). Occorre comunque tenere presente l’ulteriore riduzione della quota di avviamenti a tempo indeterminato, quelli considerati a maggior stabilità, che nell’ultimo trimestre del 2010 rappresentano meno del 25% degli avviamenti totali.

Un altro dato da considerare riguarda la composizione settoriale degli avviamenti: nell’industria e nelle costruzioni si osserva, sempre nel confronto trimestrale, un deciso aumento a fronte di una flessione intorno al 10% nel settore dei servizi, settore che nel 2010 è andato lentamente perdendo posti di lavoro dopo aver mostrato una sufficiente tenuta nella prima fase della crisi. Anche per il settore delle costruzioni i dati non sono positivi; il numero di lavoratori attivi, secondo le statistiche della Cassa Edile, registra nell’ultimo trimestre 2010 il livello più basso dell’ultimo biennio (4.080 unità a fronte delle 4.640 a inizio 2009).

Se il segmento dell’occupazione femminile, pur in sofferenza, registra ancora una situazione relativamente migliore rispetto a quella maschile, occorre tuttavia sottolineare il permanere di due evidenti e crescenti criticità: la progressiva estensione della crisi occupazionale al segmento giovanile e la quota consistente di lavoratori residenti in provincia di Lecco che trovano impiego in imprese al di fuori della provincia, invertendo così quel processo di attrattività di lavoro che è sempre stato un punto di forza dell’economia lecchese.

Stabile, invece, il numero di imprese attive, che a fine 2010 risulta però inferiore a quello registrato nel 2008, cioè a crisi appena iniziata. Tuttavia nel 2010 la crescita del numero delle imprese attive è stata pari allo 0,63%, dato nettamente superiore a quello regionale (+0,04%) e che pone il nostro territorio al 4° posto in Lombardia.

Le imprese lecchesi hanno registrato dati positivi anche per quanto riguarda produzione, ordini e fatturato: la variazione media nel 2010 si è attestata rispettivamente a + 6,9%, + 10,9% e + 8,3%.

“L’area lecchese – sottolinea il Presidente dell’Ente camerale Vico Valassiesprime ancora la sua tenuta, anche se gli effetti della crisi non sono superati, ed è sul fronte occupazionale che si registrano forti segni negativi e preoccupazioni. Per dare effettivo slancio ai deboli segnali di crescita, è necessaria una costante attenzione ai fabbisogni delle imprese, attivando interventi e strumenti concreti per soddisfarli, specie sul piano dello snellimento degli adempimenti burocratici”.

Il Presidente Valassi richiama anche la recente indicazione di Giuseppe Tripoli quale Mister PMI italiano che dovrà monitorare e intervenire sulle necessità delle piccole e medie imprese, per agire soprattutto sul piano legislativo e fiscale. “Su questo fronte – prosegue il Presidente Valassiogni azione per favorire l’ingresso di giovani in cerca di prima occupazione o per sostenere giovani ricercatori laureati anche come potenziali imprenditori (nascita di spin-off o start up) restano le priorità di sviluppo e di crescita del nostro Paese. La responsabilità è quella di considerare la ricchezza dei giovani come unica prospettiva di futuro e da qui un forte investimento sul percorso che precede: quello scolastico e della formazione”.

L’insistenza e la profondità della crisi stanno generando non poche difficoltà all’entrata nel lavoro dei giovani. Il difficile incontro fra domanda e offerta di lavoro giovanile, già presente negli anni antecedenti la crisi, si è ulteriormente complicato nell’ultimo biennio, nonostante il diffuso utilizzo di forme contrattuali flessibili.

Non sono al momento ancora disponibili i dati ISTAT relativi alla popolazione attiva e occupata nel 2010. Tenuto conto tuttavia delle dinamiche registrate da altre fonti statistiche è però probabile un rialzo dei valori del tasso di attività e di occupazione della fascia fino a 24 anni, che nel 2009 risultavano ampiamente al di sotto dei valori raggiunti nel 2008; in flessione rispetto al 2009 dovrebbe risultare il tasso di disoccupazione.

In aumento nel 4° trimestre 2010 il segmento dei “giovani imprenditori” (fino a 29 anni) che salgono di oltre 100 unità rispetto al trimestre precedente e di oltre 150 rispetto a fine 2009, recuperando la forte caduta registrata nei primi sei mesi del 2010 (recupero in gran parte riconducibile alla performance del settore dei servizi).

Pure di segno positivo è il dato che si riferisce agli avviati: per il segmento 15-19 anni il flusso degli avviati è aumentato, nel 2010 rispetto al 2009, del 16% circa, e si registra un incremento anche nella classe di età 20-24 anni (intorno al 7%). La quota degli avviati tra i 15 e i 24 anni è salita al 23,1% rispetto al totale avviati nel 2010 (ma si attesta al 27,3% nel solo 4° trimestre).

Il Presidente di Network Occupazione Lecco Paolo Galbiati osserva che “siamo abituati a leggere dati preoccupanti riguardo lo scenario nazionale che man mano migliorano se tarati su base regionale e si affinano su base locale data la dinamicità del territorio lecchese: in realtà oggi, di fronte all’immagine dei dati sull’occupazione giovanile, lo scenario drammaticamente si uniforma rischiando di rappresentare una massa sempre più numerosa di giovani senza occupazione. Una riflessione deve portarci a voler investire tempo e risorse affinché le nuove leve trovino possibilità di esprimere le loro potenzialità nel panorama produttivo del territorio. D’altro canto è giusto sottolineare la positività del dato che evidenzia la crescita del numero di giovani imprenditori, ciò a significare la voglia di investire, il coraggio nell’intraprendere un percorso manageriale e il superamento della staticità decisionale sul cosa fare da grande che aveva caratterizzato il periodo di crisi con la paura d’intraprendere nuove vie per l’incertezza del futuro e il peso delle responsabilità da affrontare. Il segnale va anche interpretato come presenza di opportunità su un territorio sempre più portato a riflettere su riconversioni professionali delle proprie risorse umane proiettate verso l’andamento evolutivo del mercato senza inseguire inutilmente posizioni di comodo, ormai obsolete e inadatte alla dinamicità del tempo”.

Lecco, 11 Marzo 2011

Ultimo aggiornamento
25/06/2020, 22:21